da un brano di Pang Ming tradotto da Ramon Testa
In passato la scuola confuciana parlava di quattro gratitudini: cielo, sovrano, genitori e insegnante. Al giorno d’oggi non vogliamo tributare gratitudine all’insegnante, ma rispettare l’insegnante e il suo insegnamento, e lo scopo è anche di trasformare la mente.[…]
Fare qualcosa senza avere il minimo dubbio non è così semplice perché questo “credere” è quanto di più fondamentale esista. Se ne parla quando si inizia a praticare e anche dopo 10, 20 anni di pratica ancora è argomento di discussione. Ad esempio, ora voi credete al qigong e praticate qigong, ma se improvvisamente vi venisse una malattia ci credereste ancora?
Quando non vi sentite bene dove va la vostra mente? Credete al vostro male o credete alla nostra teoria? E non è per farvi resistere al dolore il più possibile, ma per risolvere la questione a livello della mente, perché è lì che va risolta.[…]
Quando Bodhidharma accolse il suo futuro successore, Huike, all’inizio lo ignorò e così Huike rimase fuori dalla sua porta nella neve per diverse ore senza muoversi. Per chiedere aiuto e per mostrare completa sincerità verso il maestro, Huike si tagliò un braccio. Se non avesse avuto una fede indomita e incrollabile avrebbe potuto fare una cosa simile? Non c’era il pensiero di poter morire dissanguato, ma proprio perché credeva allora non c’era un problema. A quel punto Bodhidharma chiese “Che c’è?” e Huike rispose: “Voglio pacificare la mente, la mia mente non è stabile, ti chiedo di pacificarla”. Bodhidharma rispose: “Mostrami la tua mente e io la pacificherò”. A quel punto cercò la sua mente senza poterla trovare. Bodhidharma rispose: “L’ho già pacificata”. E solo con quella frase in un istante Huike si risvegliò. Come poté succedere? Mentre Huike provò a cercare la mente, Bodhidharma gli inviò il qi (in realtà avvenne con la guida della forza della mente vera) e così la mente fu stabilizzata.
Qualcuno mi dice: “Professor Pang, anche tu inviaci un po’ di qi”. Ma poiché la mente non è raccolta, è dispersa non si può pacificare ed è proprio come dice il detto antico: “Il Dao si può ricevere, ma non si può trasmettere”. Voi non potete riceverlo, e anche se volessi non potrei. Se fosse trasmissibile allora in passato i maestri lo avrebbero trasmesso a figli e parenti. Perché non è possibile? Perché non possono riceverlo e anche a volerlo inviare non può essere trattenuto. Huike poté riceverlo perché credeva sinceramente, senza alcun secondo pensiero.
Comments